Di Nicoletta Giazzi
Con ordinanza n. 28995/2020 la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha sollecitato l'intervento delle Sezioni Unite perché fosse chiarito se il diritto all'assegno divorzile debba venire meno automaticamente con l'instaurazione di una nuova convivenza, ancorché di fatto, ovvero se possa essere stabilita la perduranza dello stesso dando rilevanza al contributo fornito dall'avente diritto alla costituzione del patrimonio familiare e dell'ex coniuge.
Il Tribunale di Verona è recentemente intervenuto sull'argomento di come determinare, sulla base dei parametri di cui al DM 55/14, i compensi spettanti all'avvocato nel caso di conciliazione della vertenza giudiziale.
Di Nicoletta Giazzi
Con riferimento all'eccezione di inammissibilità dell'atto di citazione di appello per carenza dei requisiti di forma e sostanza previsti dal codice di procedura, che sovente viene sollevata dalla parte convenuta, si segnala la recentemente pronuncia della Corte d'Appello di Brescia (sentenza n. 1365/2020 del 21 dicembre 2020).
Con riferimento all'eccezione di inammissibilità dell'atto di citazione di appello per carenza dei requisiti di forma e sostanza previsti dal codice di procedura, che sovente viene sollevata dalla parte convenuta, si segnala la recentemente pronuncia della Corte d'Appello di Brescia (sentenza n. 1365/2020 del 21 dicembre 2020).
Di Giulia Bettini
L’art. 115 del codice di rito, così come modificato dalla Legge n. 69 del 18 giugno 2009, ha codificato il principio di non contestazione, già da diversi anni radicato in giurisprudenza fin da quella nota sentenza n. 761/2002, resa a Sezioni Unite, con cui la Suprema Corte è giunta a ritenere non contestati e, come tali, non abbisognevoli di prova, i fatti esplicitamente o implicitamente ammessi, ovvero i fatti sui quali la parte abbia mantenuto il silenzio.
L’art. 115 del codice di rito, così come modificato dalla Legge n. 69 del 18 giugno 2009, ha codificato il principio di non contestazione, già da diversi anni radicato in giurisprudenza fin da quella nota sentenza n. 761/2002, resa a Sezioni Unite, con cui la Suprema Corte è giunta a ritenere non contestati e, come tali, non abbisognevoli di prova, i fatti esplicitamente o implicitamente ammessi, ovvero i fatti sui quali la parte abbia mantenuto il silenzio.
Di Nicoletta Giazzi
Quella della risarcibilità del danno derivante dalla morte del coniuge nel caso di separazione è questione affrontata in più di un'occasione, sia dai Giudici di merito che dalla Corte di Cassazione; non è infatti escluso a priori, per il solo fatto che i coniugi risultano essere separati, di fatto o financo legalmente, l'accesso al risarcimento del danno non patrimoniale conseguente alla perdita del rapporto parentale.
Quella della risarcibilità del danno derivante dalla morte del coniuge nel caso di separazione è questione affrontata in più di un'occasione, sia dai Giudici di merito che dalla Corte di Cassazione; non è infatti escluso a priori, per il solo fatto che i coniugi risultano essere separati, di fatto o financo legalmente, l'accesso al risarcimento del danno non patrimoniale conseguente alla perdita del rapporto parentale.